Cosa e’ questo…? L’ho trovato nell’armadio di mia nonna

Non ha mai parlato del suo diabete.

Non proprio.

Per noi, era solo la « nonna », quella che cuoceva il ciabattino di pesche, canticchiava inni mentre faceva giardinaggio e aveva sempre una menta piperita nella tasca del grembiule.

Ma ora, tenendo in mano quelle fragili fiale, cominciai a vedere la verità.

Negli anni ’50, l’insulina non era in penne o pompe eleganti.

È arrivato in bottiglie di vetro, conservate in ghiacciaie.

E le siringhe?
Riutilizzabile, in vetro, sterilizzato in acqua bollente ogni notte.

Gli aghi, spessi per gli standard odierni, erano dotati di uncini d’acciaio che si smussavano con l’uso.

Si è iniettata senza lamentarsi, giorno dopo giorno, anno dopo anno, senza mai volerci preoccupare.

Nessun allarme.
Nessun dramma.
Solo tranquillo coraggio.


🕯️ Cosa rappresentano queste fiale

Non sono solo strumenti medici.

Sono artefatti di resilienza.

Viveva in silenzio con una malattia cronica
Nessun gruppo di supporto, nessun CGM, nessuna comunità online
Ogni iniezione era un atto di cura di sé
In un’epoca in cui alle donne veniva insegnato a mettere gli altri al primo posto
Non ha mai lasciato che la definisse
Faceva giardinaggio, cucinava, amava – pienamente, ferocemente
Corsi di cucina
Ha salvato le fiale, forse come prova che era sopravvissuta
Un archivio silenzioso della sua forza

💬 « Li ho tenuti », mi ha detto una volta, « così mi ricordavo di avercela fatta ».


🧓 Il costo nascosto delle malattie croniche

Parliamo di malattia in termini di medicina e sintomi.

Ma raramente su:

    • La solitudine di gestire una condizione da soli
    • La paura delle complicazioni
    • La matematica quotidiana di cibo, insulina ed energia
  • La vergogna che alcuni provavano per aver « fallito » una dieta o per aver « bisogno di aiuto »

Mia nonna non aveva app o rapporti A1C.

Aveva un quaderno con registri scritti a mano, una bilancia da cucina e un cuore pieno di determinazione.

E ha fatto tutto, senza chiedere lodi.


💖 Cosa ho fatto con le fiale

Non li ho buttati via.

Li ho messi in una piccola scatola d’ombra.

Sotto di essi, ho scritto:

« Non spazzatura. Non disordine.
Questo è amore.
Questa è la forza.
Questa è la nonna ».

Ora è appeso nella mia cucina.

Non come una reliquia della malattia.

Ma come promemoria:

Le persone più tranquille spesso portano i fardelli più pesanti e si presentano comunque con i biscotti.


🌼 Considerazioni finali

La prossima volta che pulisci un armadio, una soffitta o un cassetto, fai
una pausa.

Quella cosa « inutile »?
Quel piccolo oggetto « strano »?

Potrebbe non essere spazzatura.

Potrebbe essere la storia di qualcuno.

Una storia di sopravvivenza.
Dell’amore.
Di sacrificio silenzioso.

E a volte, i cimeli più potenti non sono d’oro o gioielli,
ma tubi di vetro e ganci d’acciaio,
che racchiudono una vita di coraggio nelle loro fragili curve.

Perché la vera forza non urla.

Canticchia un inno mentre si dà un colpo.

E che?
Questo è il tipo di eredità che vale la pena ricordare.

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